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Parliamo di ricci: il Riccio Mirabolante

Parliamo di ricci: il Riccio Mirabolante

Per Moretti il Riccio Mirabolante ha come elementi costitutivi gesti amplificati di forma rotondeggiante che possono essere riscontrati all’inizio, alla fine e al centro delle parole. Il senso più ovvio del termine ‘mirabolante’ indica qualcosa di stupefacente, straordinario, spettacolare ed è proprio quello che sente di sé chi possiede questo segno: una concezione iperbolica, fantasiosa o paranoide della propria realtà, al limite della patologia. Per questo Moretti lo chiama anche “gesto della padronanza” e l’impronta morfologica di questo riccio è la scrittura ampollosa. Il segno è modificante e fa parte del temperamento dell’assalto come il segno Ampollosa. Di seguito alcuni esempi.

Il segno diventa rivelatore di come il soggetto ha risolto la fase di “individuazione” (Jung). Infatti la “funzione dell’Io che governa l’individuazione è l’inflazione, che comporta il pericolo della megalomania, dell’erotomania, della teomania o del delirio di rivendicazione” (Szondi, 1975. p.22). Col Riccio Mirabolante abbiamo come minimo la megalomania, che è come dire l’inflazione del sentimento dell’Io portato a livello di iperbole immaginativa e di isteria del comportamento. Presenta, se il contesto dello scritto non è più che positivo, il bisogno di farsi notare, di destare meraviglia, stupore, ammirazione (snobismo, ostentazione, isteria), illusorie idee di grandezza. Alterazione delle facoltà estimative in senso soggettivo ed oggettivo. Ostentazione di poteri inesistenti (appoggi, mediazione, raccomandazioni), pretesa di comandare e tendenza a proiettare sugli altri la responsabilità dei propri insuccessi o qualità negative che la coscienza rifiuta (proiezione).

(A cura degli allievi del 2° anno)

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